Disturbi ematologici I soggetti che presentano patologie che interferiscono con la coagulazione (p.es., emofilia, leucemia acuta, trombocitopenia) richiedono consulenza medica prima di essere sottoposti a interventi dentari che potrebbero causare sanguinamento (p. es., estrazioni, anestesia tronculare mandibolare, pulizia dei denti). Ai pazienti affetti da emofilia si devono somministrare fattori della coagulazione prima, durante e dopo un’estrazione dentaria o interventi di odontoiatria conservativa che necessitano di anestesia locale (p. es., otturazioni). Anche se la maggior parte degli ematologi preferisce che i pazienti con emofilia, soprattutto coloro che hanno sviluppato inibitori del fattore, ricevano delle infiltrazioni locali di anestetici piuttosto che blocchi anestesiologici per gli interventi di odontoiatria conservativa.
Disturbi cardiovascolari Dopo un infarto del miocardio, tutte le procedure odontoiatriche devono essere evitate per 6 mesi, se possibile, per garantire una stabilizzazione delle funzioni di conduzione elettrica del miocardio. I pazienti affetti da patologie polmonari o cardiache che necessitano di un’anestesia per via inalatoria per interventi odontoiatrici devono essere trattati in regime di ricovero.
Profilassi dell’endocardite Prima di procedure odontoiatriche è necessaria solo in pazienti con protesi valvolari cardiache o materiale protesico utilizzati per la riparazione della valvola cardiaca, anamnesi positiva per precedente endocardite batterica, cardiopatie congenite cianogene non riparate compresi shunt palliativi, cardiopatia congenita completamente corretta con materiale protesico o dispositivo protesico (per 6 mesi dopo la procedura), cardiopatia congenita riparata, con difetti residui adiacenti al sito o adiacenti al sito di un patch protesico o un dispositivo protesico, pazienti sottoposti a trapianto cardiaco o con una valvulopatia. Il cuore è meglio protetto contro le batteriemie di basso grado, quali quelle che si verificano nelle patologie odontoiatriche croniche, se il trattamento odontoiatrico viene eseguito (previa profilassi) piuttosto che se esso non viene eseguito. I pazienti che devono essere sottoposti ad interventi di cardiochirurgia valvolare o per la riparazione di difetti congeniti del cuore devono completare qualsiasi trattamento odontoiatrico necessario prima dell’intervento chirurgico.
Farmaci adrenergici Come adrenalina e levonordefrina vengono aggiunti agli anestetici locali per aumentare la durata dell’anestesia. In alcuni pazienti cardiovascolari, un sovradosaggio di questi farmaci provoca aritmie, ischemia miocardica o ipertensione arteriosa. L’anestesia di superficie può essere impiegata per procedure di durata < 45 min, ma per procedure di durata maggiore o quando è necessario ottenere l’emostasi, si ritiene sicuro l’uso di adrenalina fino a 0,04 mg (2 fiale con una concentrazione di adrenalina di 1:100 000). In genere, nessun paziente sano deve ricevere > 0,2 mg di adrenalina in ciascun appuntamento. Controindicazioni assolute all’adrenalina (qualsiasi dosaggio) sono ipertiroidismo incontrollato; feocromocitoma; pressione arteriosa sistolica > 200 mmHg o pressione arteriosa diastolica > 115 mm; aritmie non controllate nonostante la terapia farmacologica; angina instabile, infarto miocardico o ictus nei 6 mesi precedenti. Alcune apparecchiature odontoiatriche elettriche, come elettrobisturi, tester pulpare o ablatore a ultrasuoni, possono interferire con i pacemaker di prima generazione.
Carcinoma L’estrazione di un dente adiacente a un carcinoma della gengiva, del palato o dei seni paranasali facilita l’invasione dell’alveolo dentario da parte della neoplasia. Perciò, un dente deve essere estratto solo durante il trattamento definitivo. Nei pazienti affetti da leucemia o da agranulocitosi, si può verificare un’infezione dopo l’estrazione nonostante l’uso di antibiotici.
Immunosoppressione I soggetti con carenza immunitaria sono predisposti a gravi infezioni mucose e periodontali sostenute da miceti, virus erpetici e altri virus, e meno spesso da batteri. Le infezioni possono determinare emorragia, ritardo nella guarigione o sepsi. Dopo alcuni anni di immunosoppressione possono svilupparsi lesioni orali displasiche o neoplastiche. I pazienti affetti da AIDS possono sviluppare sarcoma di Kaposi, linfomi non-Hodgkin, leucoplachia orale capelluta, candidosi orale, ulcere aftose oppure una forma rapidamente progressiva di malattia parodontale, la peridontite HIV-associata.
Malattie endocrine Un trattamento odontoiatrico può essere complicato dalla presenza di alcune patologie endocrine. Per esempio, i soggetti con ipertiroidismo possono sviluppare tachicardia e ansia eccessiva così come una crisi tireotossica se ricevono adrenalina. Il fabbisogno di insulina nei diabetici può ridursi in seguito all’eliminazione di infezioni orali; può essere necessario ridurre la dose di insulina quando l’assunzione di alimenti è limitata a causa del dolore dopo un intervento di chirurgia orale. In soggetti con diabete, l’iperglicemia con conseguente poliuria può condurre a disidratazione, con conseguente diminuzione del flusso salivare (xerostomia) che, unitamente agli elevati livelli salivari di glucosio, contribuisce alla carie. Altre situazioni sistemiche come in pazienti trattati con corticosteroidi e quelli affetti da insufficienza surrenalica durante le principali procedure odontoiatriche possono necessitare di una terapia di supporto, cosi come i soggetti con disturbi neurologici, apnea ostruttiva del sonno, in trattamento con farmaci antiassorbitivi. Molti farmaci antineoplastici (p. es., doxorubicina, 5-fluorouracile, bleomicina, dactinomicina, citosina, arabinoside, metotrexato) causano stomatite, che si presenta in forma più grave in pazienti con preesistente patologia parodontale. Fenitoina, ciclosporina e Ca-antagonisti, in particolare nifedipina, contribuiscono all’insorgenza di iperplasia gengivale. I bifosfonati possono essere causa di osteonecrosi della mandibola dopo un’estrazione, per via della loro inibizione del riassorbimento osseo. L’osteonecrosi della mandibola si verifica soprattutto quando i bifosfonati sono somministrati per via parenterale per trattare il cancro alle ossa e, in misura molto minore, quando vengono assunti per via orale per prevenire l’osteoporosi (rischio di osteonecrosi della mandibola intorno allo 0,1%). L’estrazione di denti da tessuti irradiati [in particolare se la dose totale è stata > 65 Gy, soprattutto nella mandibola] può essere seguita dall’insorgenza di un’osteoradionecrosi della mandibola, e pertanto deve essere evitata. Si tratta di una complicanza assai grave in cui i siti di estrazione tendono a fratturarsi spontaneamente, con perdita di osso e tessuti molli.) La radioterapia del distretto testa-collo spesso danneggia le ghiandole salivari, causando xerostomia permanente, che favorisce la  carie. Il corso mira a fornire, oltre che la conoscenza delle principali malattie sistemiche di interesse odontoiatrico, le raccomandazioni cliniche ed i protocolli operativi per effettuare una idonea gestione terapeutica finalizzata alla prevenzione ed al controllo degli effetti secondari negativi delle malattie a carattere sistemico sulle procedure odontoiatriche, quando le stesse risultano necessarie e non differibili.
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Prof. Carmen Mortellaro
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