La malattia parodontale e’ molto diffusa, occorre pertanto porre molta attenzione alla prevenzione; e’ fondamentale diagnosticare in tempo questa malattia, avendo anche a disposizione alcuni test diagnostici in grado di identificare la presenza e di monitorarne l’evoluzione. Connessioni tra parodontite e patologie sistemiche La ricerca ha dimostrato che vi sono delle correlazioni tra la parodontite e le patologie sistemiche, quali malattie cardio-vascolari e cerebro-vascolari, ictus e problemi nutrizionali. A lungo si e’ pensato che i batteri fossero il fattore che collegava le malattie parodontali ad altre malattie sistemiche, tuttavia ricerche più recenti hanno dimostrato che l’infiammazione può essere il vero fattore responsabile di questa interconnessione. E’ evidente che il trattamento dell’infiammazione può non solo aiutare a gestire le malattie parodontali, ma può anche aiutare a curare le altre condizioni infiammatorie croniche, dislipidemia epatica e intolleranza al glucosio. La ricerca sta dimostrando che elevati Livelli di IgG (immunoglobuline) sieriche e microbi parodontali sono associati a rischio di sviluppare malattia di Alzheimer; la parodontite e’ considerata oggi anche un potenziale cofattore nell’insorgenza dell’arteriosclerosi. È stato appurato che, in gravidanza, l’aumento della concentrazione batterica accresce il rischio di ipertensione fetale, infezioni del cavo orale possono indurre a parto prematuro o a nascite sotto peso. I ricercatori hanno anche suggerito un legame tra osteoporosi e perdita di tessuto osseo nella mascella, tra parodontite e malattie respiratorie. Gli esami di laboratorio Soprattutto nelle forme conclamate, quelle ad insorgenza precoce, ad evoluzione rapida o quelle associate a patologie sistemiche, e’ indicato il supplemento diagnostico di esami di laboratorio. Il loro impiego si rivela infatti utile ad ottenere ulteriori informazioni circa la personale predisposizione genetica del paziente alla patologia, oltre che per conoscere con precisione quali siano gli agenti infiammatori che la causano, cosi’ da poter modificare o perfezionare il trattamento in corso (sebbene possano essere utili anche in fase di prevenzione). Grazie a tali test, infatti, non solo puo’ emergere la predisposizione genetica alla malattia anche prima che essa si sviluppi, ma e’ possibile monitorare la presenza di patogeni ad essa associati conoscendone quantità e conformazione. I test diagnostici per la parodontite Si tratta di una coppia di test, microbiologico e genetico, che possono eseguiti sia singolarmente che entrambe compiendo una ricerca “incrociata” sul DNA del paziente e su quello dei batteri presenti nei siti infetti. l test parodontali sono indicati sia in prevenzione che in terapia. Essi possono essere eseguiti infatti sia su pazienti asintomatici (con o senza una storia familiare ove sia presente un quadro patologico di parodontite) sia su pazienti con disturbi parodontali o affetti da ricorrenti infiammazioni gengivali, come pure sui candidati all’inserzione di impianti (per verificare la risposta immunitaria ed identificare i fattori che potrebbero inficiare il successo terapeutico). Come si eseguono Per quanto riguarda il test microbiologico, con una tecnica semplice e del tutto indolore il dentista preleva mediante appositi conetti di carta assorbente il materiale contenuto nelle tasche parodontali del paziente, sottoponendolo poi a coltura. Il test genetico viene eseguito invece con l’ausilio di un tampone cotonato o cytobrush, prelevando alcune cellule della mucosa buccale del paziente. Tale test potrebbe anche essere eseguito mediante prelievo venoso, analizzando il dna estratto dai linfociti di sangue periferico. Il test microbiologico parodontale fornisce dati qualitativi e quantitativi sulla concentrazione e tipologia di batteri parodonto-patogeni presenti nelle tasche parodontali. Tale test puo’ essere effettuato sia in prevenzione secondaria, per verificare l’insorgenza o il rischio della malattia in presenza di tasche parodontali (dove l’assenza di specie patogene indicherà uno stato di stabilità del sito), sia in terapia parodontale o in caso di rischio di perimplantite, per monitorare la quantità dei patogeni prima e dopo il trattamento. Il risultato permette all’odontoiatra di pianificare con maggiore cura il successivo trattamento parodontale a cui verrà sottoposto il paziente, e in alcune particolari situazioni cliniche potranno orientare la scelta di una terapia antimicrobica (le analisi colturali sono infatti gli unici esami microbiologici che permettono di effettuare un antibiogramma). Il test genetico parodontale e’ un test che permette invece di conoscere la suscettibilità genetica del paziente ad ammalarsi di parodontite. Tale test identifica infatti nel DNA del paziente 4 regioni variabili associate ad una sovrapproduzione del mediatore infiammatorio interleuchina 1, responsabile di un’eccessiva risposta flogistica a livello dell’osso alveolare con riassorbimento osseo (a causa di iperattività degli osteoclasti).
I test parodontali di laboratorio sono rapidi e indolori, grazie ai quali e’ possibile: Conoscere la suscettibilità genetica alla parodontite Selezionare l’antibiotico più efficace per tenere sotto controllo la proliferazione batterica alla base della parodontite (grazie all’antibiogramma effettuato in fase di analisi colturale) Studiare una terapia parodontale mirata e personalizzata, aumentandone le possibilità di successo sul medio e lungo periodo Ridurre le possibili ricadute durante il periodo di follow up successivo al trattamento; Valutare il rischio di sviluppo di perimplantite e/o di insuccesso implantare in soggetti che devono sottoporsi a riabilitazione implanto
Infiammazione del parodonto
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Prof. Carmen Mortellaro
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